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Lo studio della Medicina deve, presto o tardi, entrare a far parte dell’educazione dell’uomo.
F.V. Raspail


I principi della cura naturale

di Romolo Mantovani


Allo stato primitivo, l’uomo capiva, semplicemente per mezzo del suo istinto naturale, quando nel suo corpo qualche cosa non andava bene e sapeva pure ciò che doveva fare per guarirsi. Più l’uomo ha abdicato al suo istinto naturale ricorrendo ad altri uomini e ad altri mezzi per curarsi, più è sprofondato nell’errore.

Noi consideriamo che il dovere dell’uomo cosciente è di ritornare al suo istinto naturale; ognuno deve diventare il proprio medico. Solo in questo modo si potrà eliminare radicalmente la malattia.

Nelle antiche civiltà, i medici non uscivano dall’Università come al giorno d’oggi, ma dal Tempio. Erano innanzi tutto dei Sacerdoti, degli Iniziati, non conoscevano solamente la medicina dal punto di vista biologico, analitico, chimico, eccetera, ma avevano una profonda conoscenza dell’essenza triplice dell’uomo che essi consideravano nel suo insieme come un microcosmo (piccolo mondo) in stretta relazione col macrocosmo (grande mondo).

Si sapeva che dei legami spirituali e psichici influenzano reciprocamente l’uomo e l’universo. A quell’epoca si aveva una profondissima conoscenza vivente dell’essere umano e dei suoi rapporti con l’influenza esterna; si conosceva e si teneva conto dell’influenza degli astri sull’organismo umano.

È evidente che questa medicina sacerdotale che si occupava innanzi tutto del morale e dello spirito del malato, senza trascurare le cure fisiche, non utilizzava altro che dei mezzi naturali. In effetti, nella Natura c’è tutto ciò che occorre per guarirci veramente.

Ancora ai nostri giorni si considera Ippocrate il padre della medicina. Egli ha lasciato un’opera meravigliosa sulla medicina della sua epoca, che era, beninteso, naturale, ma che non è stata perfettamente compresa, benché si citino sovente i suoi aforismi.

Egli non teneva in nessun conto il nome della malattia, ma al contrario prendeva in considerazione l’unità della malattia che, secondo lui, si manifesta « sotto caratteristiche diverse ». Invece dava molta importanza al malato e sopratutto ai suoi « movimenti reazionari ».

Il malato era per lui una vera « entità morbosa » che bisognava studiare in tutte le sue reazioni.

Ecco le direttive generali della sua terapeutica, che costituivano le basi della vera cura naturale.

 

1. Primum non nocere: innanzi tutto non nuocere. Non fare alcuna violenza all’organismo; non impiegare altro che mezzi naturali e vitali, che non nuocciono mai.

2. Deinde purgare: dopo purgare. Esattamente ciò che noi sosteniamo: la causa di tutte le malattie è un cattivo funzionamento dell’intestino. Dunque il primo rimedio per guarire è: digiuno, dieta, purga naturale.

3. Natura medicatrix: la Natura è il vero e solo medico, essa agisce senza strumenti e senza istruzione come meglio conviene.

4. Contraria contrariis curantur: i contrari sono i rimedi dei contrari. La fame è guarita dal nutrimento, la sete dalle bevande, il caldo è rimedio al freddo, il freddo al caldo. Effettivamente si applica il bagno freddo sulle parti congestionate od infiammate. Si fanno impacchi caldi o si applicano borse calde per vincere il freddo. Il riposo è rimedio alla stanchezza, eccetera. Saper agire per contrasti è una regola fondamentale della buona salute.

5. Similia similibus curantur: i simili guariscono i simili. l’affermazione di Hahnemann, il fondatore dell’Omeopatia, che cura con dosi infinitesime di rimedi « simili » al male, diluite all’ennesima potenza. Mentre il principio è valido ed efficace nel caso dell’Omeopatia, non lo è altrettanto allorché, ispirandosi ad esso, si ricorre ai vaccini, per prevenire le malattie.
Infatti, questo metodo è in contrasto col primo detto, poiché agisce con violenza sull’organismo; ed è altresì in contrasto col terzo detto, poiché il vaccino non è un prodotto naturale. Quanto al quinto detto, è applicato, è vero, ma in senso negativo. Ci si serve del male per guarire il male!

Ippocrate intendeva utilizzare la salute per provocare la salute, cioè in un senso positivo, costruttivo e naturale.

Se si fossero sempre rispettati questi principi, l’umanità non avrebbe conosciuto tante malattie. Col falso progresso della civiltà attuale, si è suddiviso, sezionato, specializzato; si è caduti di errore in errore. Si è separato lo spirituale dal morale, il morale dal fisico.

Si è studiato l’uomo come un semplice animale isolato; peggio ancora, come un cadavere, e ciò non poteva che allontanarci dalla verità.

Per ritrovare la strada della vera guarigione bisogna ritornare alla sintesi, considerare l’uomo nel suo insieme e guarirlo solo coi mezzi naturali.

Ecco quanto dichiara il Dottor A. Monteunis nel suo libro « Alimentazione e Cucina naturale ».
« In mezzo al turbine di idee in cui si agita la terapeutica moderna, il medico talvolta si sorprende a domandarsi se non segua una falsa strada; in questo momento di profondo turbamento getta istintivamente uno sguardo indietro e, se le dottrine ippocratiche gli sono familiari, egli torna alla Natura e la interroga. È in queste condizioni che, personalmente, ho trovato la mia strada di Damasco: orientandomi verso la medicina naturale ho ritrovato la salute e la fede nell’arte di guarire ».
Fortunatamente c’è un grande risveglio in tale senso in tutti i paesi, e molti medici non esitano ad abbandonare il metodo allopatico per applicare la medicina naturale.

La cura naturale, per la sua logica ed i suoi felici risultati, scientificamente provati, s’imporrà dovunque e soppianterà tutti gli altri metodi.

Certe comunità religiose guariscono anche unicamente col metodo spirituale, ma abbiamo già osservato come i risultati ottenuti siano piuttosto relativi. Il malato continua ad ignorare le cause della sua malattia e la maniera di vivere per ridiventare sano. Quando lo squilibrio — o la malattia — è arrivata sul piano fisico, l’esperienza ci prova che bisogna agire immediatamente su questo stesso piano attraverso tutti i mezzi fisici naturali.

Se voi dite ad un uomo che soffre di mal di denti e che grida dal dolore: « Pensa fortemente a Dio, se ti senti veramente unito a Dio il dolore cesserà », benché ciò sia vero, il malato vi risponderà: « In questo momento io non posso pensare a Dio, il mio male è troppo forte perché io possa elevare il mio pensiero ».

È quindi più necessario e logico agire immediatamente con mezzi materiali, per eliminare un male materiale. Solo in seguito si potranno far bene comprendere al malato le altre cause della malattia, ed i mezzi da impiegare per guarire radicalmente anche sul piano morale e spirituale.

Quando il malato comincerà ad essere sollevato dai suoi mali fisici, sarà molto più disposto a comprendere le ragioni spirituali che l’hanno condotto a questo stato, ed a sentire la sua unione con l’Armonia Universale.

Ecco perché il volume L’Arte di guarire da se stessi è consacrato principalmente ai mezzi naturali — fisici e vitali — di guarigione.

L’uomo è unito alla vita universale, è un centro di coscienza di questa vita che egli riceve e trasforma, per vivere e ricreare. L’uomo è un piccolo universo, composto da tutti gli elementi della natura ed è per conseguenza sottoposto alle leggi naturali della vita.

Fino a quando egli seguirà queste leggi naturali e rimarrà in contatto con la vita, sarà in perfetta salute, forte e robusto; appena si allontanerà da questa via, la sua salute andrà indebolendosi.

Bisogna comprendere che agendo con la cura naturale si aiuta il corpo a sbarazzarsi da tutte le impurità che vi erano, e lo si fortifica; si eliminano molte cellule e se ne formano di nuove.

Colui che è stato curato con questi mezzi vitali avrà dopo la crisi un organismo raggiante di salute, mentre colui che si cura con le medicine artificiali avrà una lunga e penosa convalescenza. La malattia potrà durare a lungo; spesso essa lascerà delle conseguenze gravi e delle infermità che potranno durare tutta la vita.

Bisogna comprendere che il corpo non ha bisogno di alcun aiuto artificiale e che i soli mezzi naturali bastano per sbarazzarlo delle sue tossine; non è dunque soffocando il male con le medicine che si guarisce, al contrario le medicine resteranno nell’organismo ed alla prossima deficienza riappariranno e causeranno nuove malattie.

La medicina artificiale, tarata dal materialismo scolastico, spesso complice della sintesi chimica, ignora radicalmente l’esistenza della vitalità e dello spirito individuale, è arrivata a scherzare con le forze vitali dell’organismo umano come scherza con la vita degli animali a partire dagli allevamenti finalizzati alla sperimentazione e alla vivisezione, sino a non vedere più nella materia corporale, animale o umana, altro che motivi di folli interventi martirizzanti e di traffici distruttivi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Antonio BIGLIARDI


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